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Dott.ssa Alessandra Pannunzio Psicologa e Psicoterapeuta Pescara

Il Vero significato dell'Ansia

Disturbi d'ansia

La parola ansia nella nostra società viene comunemente utilizzata anche per descrivere normali stati d’animo che non fanno percepire nessun tipo di allarmismo, diventando una parola di uso popolare che ci accompagna nelle svariate attività quotidiane. Può accadere però, che proprio all’interno di queste normali attività senza un vero motivo si può essere colpiti da una sensazione di paura profonda che non si riesce a riconoscere e a comprendere. Quello che prende il sopravvento è il malessere; non si riesce a respirare, si ha una sensazione di svenimento e/o una forte tachicardia, una fortissima sensazione di morte. La prima cosa che viene in mente in questi momenti è chiedere aiuto, molto spesso si corre in pronto soccorso come se in quel momento si avvertisse la fine di tutto. Arrivati in ospedale viene detto “ Non si preoccupi non è niente è solo ansia” …Ansia? Ma come? Pensavo di morire? E così si torna a casa con una nuova consapevolezza sull’ansia e con una nuova paura “Ma se tornerà io che faro?”. Nei giorni successivi si torna alla vita di sempre e si inizia a pensare che sia stata solo una brutta esperienza, orribile ma ormai lontana; ma proprio nel momento in cui si lascia la presa e un accenno di sorriso ritorna sul volto, la situazione di terrore si ripresenta. Che si fa? Si prova a scappare o si resta fermi? A chi ci si rivolge? Ma se l’ansia non è niente perché devo curarmi? La vita diventa un labirinto non si riescono più a fare le cose di prima, anche quelle più semplici: come andare al supermercato o stare in mezzo alla gente; ci si sente un po’ bambini tanto da voler essere accompagnati ovunque, tutto quello che si è crolla dando spazio ad un’unica parola: paura. Presi dallo sconforto si cerca di chiedere un ulteriore aiuto al medico di fiducia, il quale per placare questi forti stati di tensione e di grande sgomento, consiglia l’assunzione di alcuni farmaci, possono essere d’aiuto nelle situazioni più dure. In questo modo i medicinali iniziano a diventare una soluzione per le paure, si ha l’impressione di non essere più soli, il farmaco diventa una salvezza che possiamo portare sempre con noi. Andando avanti però una domanda prende il sopravvento: se si prende l’ansiolitico perché l’ansia continua? Dubbi, incertezze e paure in realtà non sono mai andate via davvero. Questo sentimento di angoscia porta a fare svariate ricerche su internet e solo quando tutte le carte sono state ormai giocate ci si sofferma su una frase “Dall’ansia si può uscire grazie alla psicoterapia”. Emergono nuove domande … di cosa si tratta? Io non sono matto, cosa potrei fare? Un sentimento di disperazione si presenta ed è proprio questo che ci da la forza per intraprendere una terapia. Nuove soluzioni e nuovi dolori si fanno avanti e si arriva a comprendere che l’ansia è un campanello d’allarme che se ascoltata nel profondo può farci intuire che la strada che si percorre non è quella giusta. Se non si lavora su se stessi e sulle dinamiche personali, relazionali e familiari non si può comprendere il vero nome della sofferenza. Questo lavoro si può fare solo all’interno di un percorso terapeutico che mira ad un cambiamento e questo non si può avere solo con l’aiuto farmacologico, che sicuramente può aiutare nell’aspetto sintomatologico, ma non porta ad un processo evolutivo.

ATTRAVERSO LA SOFFERENZA SI PUÒ TORNARE A VIVERE


Dott.ssa Alessandra Pannunzio
Psicologa Psicoterapeuta a Pescara (PE)

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